LE SUE INDAGINI

  • Gia’ alle 23 del 27 giugno 1980, due ore dopo la caduta del Dc9 dell’Itavia nel mare al largo di Ustica, dagli stati maggiori dell’Aeronautica, della Marina e dell’Esercito ”venivano diffuse notizie false”. Ad affermarlo, e’ stato oggi il generale Mario Cinti, all’epoca dei fatti il principale collaboratore del proprietario dell’ Itavia Aldo Davanzali e attualmente consulente tecnico di parte lesa nel procedimento giudiziario per la strage di Ustica. ”La prova certa” di quelle bugie, secondo il generale Cinti, e’ nelle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal generale Catullo Nardi, presidente del Comitato di Studio su Ustica. ”Nardi – fa notare Cinti – ha sostenuto che l’ultima perizia radaristica commissionata dal giudice Priore e’ stata interpretata male. E, per dimostrarlo, ha sottolineato che l’aereo piu’ vicino al Dc9 volava quella sera a 50 miglia di distanza. Nella perizia di Priore, avallata da Nardi, si dice pero’ anche che quella sera all’ora della strage c’erano in volo numerosi aerei militari e nel mare una portaerei”. ”A questo riguardo  – ha sottolineato Cinti – io ricordo che alle 23-23,30 del 27 giugno 1980 io dall’ aeroporto di Ciampino chiesi notizie agli ufficiali di servizio presso gli stati maggiori Aeronautica, Marina, Esercito e Difesa. Mi fu risposto che nessun aereo italiano o alleato era in volo e che non erano in corso esercitazioni Nato o nazionali”. ”La formulazione con la quale mi venne risposto dagli uffici di stato maggiore – ha continuato Cinti – fu poi ampiamente diffusa attraverso tutti i mezzi di informazione. Oggi, grazie al generale Catullo Nardi, abbiamo la prova certa che quelle affermazioni erano false. Nel momento della strage erano in corso attivita’ militari che richiedevano la presenza di aerei e di una portaerei. Ecco perche’  – ha concluso  – non posso che concordare con la senatrice Daria Bonfietti, quando dice che tutto cio’ e’ semplicemente allucinante”.        (ANSA

Un amico di Mario Cinti lo ricorda così

Ho conosciuto personalmente Mario Cinti, all'epoca dei fatti consulente di parte per ITAVIA. Mario mi fu presentato dalla mia carissima amica Carla Mancinelli, collaboratrice diretta di Davanzali, funzionaria ITAVIA, se non ricordo male addetta dell'Ufficio Relazioni Esterne e Commerciali della Compagnia.

In quel periodo lavoravo a tempo determinato per la RAI e collaboravo con il quotidiano AVVENIRE, per il quale mi occupavo di politica interna e cronaca italiana. Dopo un lungo colloquio con Mario e Carla sui fatti e sulle possibili cause della tragedia, mi convinsi assolutamente che la tesi del cedimento strutturale non stava nè in cielo nè in terra. Troppe incongruenze, troppi depistaggi, troppe bugie e sopratutto troppe morti e sparizioni - quantomeno sospette - di persone che con la vicenda avevano avuto a che fare.

Mi adoperai quindi presso il TG1 per la messa in onda di uno "Speciale" che puntualmente, grazie a colleghi sensibili ed amanti della verità, ando' in onda sollevando parecchi interrogativi e sconcerto, nell'opinione pubblica come in personaggi ed Istituzioni che contavano.

Visto il successo ed il ritorno mediatico dello Speciale, Mario accetto' di fare un'intervista per la carta stampata che pubblicai a mia firma sull'AVVENIRE. Il titolo, a nove colonne, così recitava: USTICA, PARLINO GLI USA.

Cominciava così la battaglia della buona stampa per la verita' sulla strage che altrimenti rischiava di essere insabbiata. Una cosa, a mio avviso chiarissima , fu il tentativo - da parte dell'allora Ministro socialista dei Trasporti Formica - di far fuori, con la scusa del cedimento strutturale, l'ITAVIA di Davanzali che dava certamente fastidio alla Compagnia di bandiera italiana.

I fastidi, le minacce, le grane, le problematiche che ho dovuto affrontare dopo la pubblicazione di quell'articolo - il primo in assoluto a porre degli interrogativi diversi sulla vicenda, neanche ve li sto ad elencare.

Ma, grazie a Dio, la battaglia era ormai iniziata...

Discorso del Generale Cinti - 1992

pranzo Itavia con il Presidente Aldo Davanzali al ristorante "Rinaldo all'Acquedotto" anno 1992